Bodegas Olivares

Pascual Olivares Fernández pensava che l'uva Monastrell, originaria della sua terra, fosse in grado di produrre vini diversi che mostrassero il carattere di Jumilla. Quasi un secolo dopo, la tradizione di famiglia continua. Concentrandosi sulla produzione di vini che mostrano il carattere dei loro vigneti, la famiglia Olivares guarda al futuro senza dimenticare le sue radici.

Fin dall'inizio, la famiglia faceva un vino dolce che teneva per sé. Tuttavia, a partire dal 1998 hanno iniziato a commercializzarlo e in poco tempo è diventato un punto di riferimento tra i vini rossi dolci. In seguito, spinti dal successo, hanno deciso di concentrarsi sulla produzione e l'imbottigliamento di vini secchi. Con l'inizio del nuovo secolo nasce Altos de la Hoya.

La loro tenuta "Hoya de Santa Ana" si trova a 825 metri di altitudine e ha 275 ettari di terreno sabbioso con un'alta percentuale di calcare, tra cui spiccano i 110 ettari di vigneti a piede franco della varietà Monastrell. Viti centenarie sopravvissute all'epidemia di fillossera che ha devastato l'Europa alla fine del XIX secolo. Piantate su piedi propri, cosa piuttosto insolita, conferiscono ai vini un carattere speciale.

Per garantire la sopravvivenza di questi vitigni centenari, viene utilizzato il sistema di reimpianto Marcattage. Quando una vite finisce il suo lungo ciclo di vita, prendono un ramo da una vite vicina e lo mettono nel terreno. Da lì, guidano il tralcio in modo che venga fuori dove prima c'era la vite morta. Questo ramo rimane attaccato alla vite di origine per diversi anni, finché le sue radici diventano forti e può crescere da solo. In questo modo, si assicura la discendenza delle viti storiche.