Dievole

La parola Dievole viene da "Die vuole" o "Se Dio vuole". Il nome è apparso per la prima volta e ufficialmente il 10 maggio 1090 nel contratto in cui Rodolfino e Vinizio pagarono due capponi, tre pagnotte di pane e sei denari d'argento per la promessa della vigna divina.

Otto secoli e innumerevoli generazioni dopo, un altro contratto menziona Dievole. Questa volta si trattava di un regalo di nozze. Il conte Giulio Terrosi-Vagnoli donò la tenuta, del valore di 361.632 lire, alla sua futura moglie Ildegonda Camaiori, che sarebbe stata l'ultima nobile donna di Dievole.

Lei fu la responsabile di un libro di inestimabile valore che è sopravvissuto fino ad oggi: il libro dei bilanci di Dievole, che contiene i nomi di tutte le famiglie contadine che lavoravano i terreni. 

Gran parte dei suoi discendenti sono ancora oggi presenti a Dievole e dal 1980 lavorano nelle 16 aziende agricole in cui è stata suddivisa la proprietà.

Nel 2012 Dievole ha avviato un graduale rinnovamento delle sue strutture, con l'obiettivo di conferire loro una maggiore identità, radicata nel territorio del Chianti.