Belondrade

Fu proprio in quell'anno che Didier Belondrade, un francese innamorato della Spagna, presentò un vino che rivoluzionò il mercato dei bianchi spagnoli: Belondrade y Lurton.

Era un Verdejo fermentato e invecchiato in botte sulle sue fecce, elegante, rotondo, che esprimeva tutta la complessità dei diversi terroir.

La sua prima produzione fu di 10.000 bottiglie, una quantità che 13 anni dopo è stata moltiplicata per otto, a testimonianza del successo della sua filosofia.

Nel 2000, Didier ha deciso di costruire nel comune di La Seca (Valladolid) una cantina spettacolare, funzionale e moderna, progettata dall'architetto francese Vicent Dufos du Rau. L'edificio, che ha rappresentato un passo da gigante per l'affermazione del marchio, domina il vasto paesaggio castigliano che circonda la cantina.

Una delle ossessioni di Didier era l'armonia tra il prodotto e il territorio. L'edificio è spesso dedicato ad attività artistiche, come mostre di pittura o concerti di musica all'aperto, soprattutto durante l'estate.

Attualmente, Belondrade ha 40 ettari di vigneto proprio, divisi in 22 appezzamenti dove si fa una viticoltura biologica super rigorosa. Si tratta di un mosaico di appezzamenti con differenze di composizione del terreno, di impianto, di orientamento e di età - da 4 a 60 anni - che conferiscono una grande diversità ai mosti.

Inoltre, fin dall'inizio, il vigneto è stato lavorato in modo ragionato e rispettoso dell'ambiente, il che ha permesso all'azienda di essere attualmente in fase di certificazione biologica.